Lo Stereosimplex basa il
proprio principio di funzionamento su semplici leggi fisiche, nel
panorama della fisica classica: il moto di puro di rotolamento (meccanica classica) e la vista stereoscopica (ottica).
Il moto di puro rotolamento coinvolge oggetti di forma sferica, ellissoidale, cilindrica; il corpo rigido acquista energia cinetica, ruotando attorno ad uno dei suoi assi di simmetria.
L'apparato di collimazione dello Stereosimplex si basa un buon numero di guidovie che accolgono "ruote" a superficie liscia, responsabili del moto a basso attritto di tutte le parti meccaniche che favoriscono la collimazione: un sistema di maniglie per grandi e piccoli spostamenti assicura mobilità sul piano orizzontale dell'operatore, mentre un volantino assicura gli spostamenti nella direzione perpendicolare al piano.
La vista stereoscopica è il risultato ottenuto quando gli occhi dell'uomo, posti ad una distanza interpupillare di 60-65 mm, osservano un oggetto: sulle rispettive retine si formano due immagini leggermente diverse (in quanto cambia il punto di vista) che vengono elaborate dal cervello in modo da esser percepite come un'unica immagine tridimensionale: il cervello umano produce una sintesi delle due immagini.
Un sistema di lenti, specchi e prismi viene usato per riflettere le fotografie stereoscopiche sulla tavola da disegno in modo da essere riprodotte im maniera precisa, correggendo anche le distorzioni attraverso il correttore di distorzione, basato anch'esso sull'ottica, che ingrandisce o diminuisce l'angolo focale.
Risorse accessibili:
- Collimazione sul piano orrizontale, prima fotografia
- Collimazione sul piano verticale, seconda fotografia
Bibliografia in rete:
- Visione Binoculare, pagina Wikipedia
- Stereoscopia, pagina enciclopedia Treccani
- Moto di Puro Rotolamento, pagina Wikipedia
- Moto di Roto Traslazione, Fisica I, Capitolo 7, Paragrafo 7.8, Mazzoldi, Nigro, Voci
- Ottica Geometrica, Elementi di Fisica, Volumen 2, Capitolo 12, Mazzoldi, Nigro, Voci
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