giovedì 22 ottobre 2020

Step #09 - Gli inventori

 

 L'invenzione dello Stereosimplex è attribuita ad Ermenegildo Santoni, ingegnere italiano, nato a Calci, in provincia di Pisa, il 5 marzo 1896.


Il suo servizio d'osservatore d'aereo lo rese cosciente dei problemi della Aerofotografia e della Fotogrammetria aerea. Egli si rese conto della difficoltà di ricomporre l'assetto spaziale delle prese fotografiche fatte dall'aereo. Perfezionò, così, le camere aerofotografiche dei tempi con un intervallometro automatico.

Il prototipo di dispositivo automatico venne messo in funzione in zona di guerra nel 1917 e brevettato l'anno successivo quando E. Santoni era appena ventiduenne.

Bisogna ricordare che proprio nella Prima Guerra Mondiale si intuì l'importanza delle riprese fotografiche da terra e soprattutto dal cielo. L'aerofotogrammetria fu, in tal senso, davvero rivoluzionaria. Nacque una nuova branca nei metodi di rilevamento topografico.

Alla luce di quanto sopra, si può maggiormente capire ed apprezzare l'attività di Ermenegildo Santoni per poterlo definire padre, pioniere e precursore della fotogrammetria aerea.

 

Nel periodo di lavoro per conto dell'Istituto Geografico Militare, Ermenegildo Santoni ebbe modo di progettare e realizzare molti strumenti tra cui il fotogoniometro ed il ricercatore-triangolatore (1925-29); il primo fototeodolite (1930) sperimentato durante una spedizione in una catena montuosa dell'Asia; i fototeodoliti-restitutori balistici (1932) per la Marina Militare ed utilizzati fino al 1943; il periscopio solare ((1925-26); lo stereocartografo modello I (1925-26); lo stereocartografo modello II (1928-29); lo stereocartografo Galileo-Santoni modello III (1933) lo Stereosimplex Galileo-Santoni ((1934))

 

 

Bibliografia in rete:

Bibliografia:

  • G. Birardi, E. S., in L’Universo, L (1970), n. 2, p. 572
  • M. Fondelli, E. S., in Bollettino della Società italiana di fotogrammetria e topografia, 1970, vol. 1, pp. 108-110
  •  Evoluzione storica e prospettive della triangolazione aerea solare, in Bollettino di geodesia e scienze affini, XXIX (1970), n. 4, pp. 359-392
  • W. Ferri, L’Ortofotosimplex Galileo-S., in Bollettino della Società italiana di fotogrammetria e topografia, 1971, n. 1, pp. 29-40
  •  E. Santoni, Selected works, a cura di M. Fondelli, Firenze 1971; M.E. Martini, E. S., Cascina 1978
  • Regione Toscana, E. S. pioniere della fotogrammetria: celebrazioni anno 1980, Calci 1980


Step #08 - I materiali

Lo Stereosimplex ideato e progettato dal Santoni non implementa alcun dettaglio saliente, dal punto di vista dei materiali. Tutti i restitutori analogici fanno utilizzo dell'alluminio per la loro ossatura; il metallo dell'alluminio è leggero, facilmente lavorabile, ideale per la costruzione di oggetti finalizzati al trasporto, per la produzione di massa. 

L'alluminio è il materiale scoperto più di recente seppur utilizzato già dal 1854. Il chimico inglese Humphrey Davy che lo scoprì nel 1807 ipotizzò che esso fosse il sale di un metallo al tempo non ancora conosciuto. Solo dopo successive ricerche vi è stato utilizzando in maniera limitata nella produzione industriale.

 

Riferimenti in rete

Bibliografia 

  • Luigi Rolla, Chimica e mineralogia. Per le Scuole superiori, 29ª ed., Dante Alighieri, 1987.  
  • William B. Frank, Warren E. Haupin, Ullmann's Encyclopedia of Industrial Chemistry, "Aluminium", Wiley-VCH, 2000

Step #07 - Il mito

  Sebbene lo Stereosimplex idetato dal Santoni appaia desueto, completemanete superato dai moderni restitutori digitali, la restituzione di aereofotogrammi continua ad essere oggetto di interesse per le potenze militari odierne per scopi strategici: di fatto, lo Stereosimplex nasce per soddisfare esigenze prettamente militari piuttosto che civili ed è normale che la moderna restituzione militare raccolga l'eredità lasciata dai suoi pionieri!

   Oggi, la restituzione aerefotogrammetrica, erede di quella "santoniana", alimenta anche miti e leggende, di dominio pubblico, come la mitica Area 51: la base più segreta al mondo, dove verrebbero brevettate tecnologie avanzate, dove sarebbe stato trasportato il "disco volante" di Roswell, dove si lavorerebbe per generare sistemi di propulsione alternativi, sistemi di levitazione magnetica, superfici stealth, aerei dalla prestazioni mirabolanti, progetti di retroingegneria extraterrestre, progetti per droidi umanoidi e tanto altro ancora.

 

Gli aereofotogrammi della base hanno consentito di determinare la pianta, le distanze relative tra gli hangar, la superficie complessiva, i volumi, gli ingombri, le lunghezze delle piste di atterraggio e decollo, quelle per il rollio, quelle per i veicoli su gomma, i punti di maggiore interesse. 

La fama acquistita dalla base, alimentata da personaggi come Bob Lazar che rivelò di aver lavorato a progetti di retroingegneria aliena nell’area S-4 vicino all’Area 51, è cresciuta a dismisura nel corso degli anni duemila al punto da esser diventata mitologica, sacra e inviolabile, indossolubilmente legata ai racconti di uomini e donne.


Risorse Accessibili:


Bibliografia in rete:


Step #06 - Il simbolo

 


giovedì 15 ottobre 2020

Step #05 - Il principio fisico

Lo Stereosimplex basa il proprio principio di funzionamento su semplici leggi fisiche, nel panorama della fisica classica: il moto di puro di rotolamento (meccanica classica) e la vista stereoscopica (ottica). 

Il moto di puro rotolamento coinvolge oggetti di forma sferica, ellissoidale, cilindrica; il corpo rigido acquista energia cinetica, ruotando attorno ad uno dei suoi assi di simmetria.

L'apparato di collimazione dello Stereosimplex si basa un buon numero di guidovie che accolgono "ruote" a superficie liscia, responsabili del moto a basso attritto di tutte le parti meccaniche che favoriscono la collimazione: un sistema di maniglie per grandi e piccoli spostamenti assicura mobilità sul piano orizzontale dell'operatore, mentre un volantino assicura gli spostamenti nella direzione perpendicolare al piano.





La vista stereoscopica è il risultato ottenuto quando gli occhi dell'uomo, posti ad una distanza interpupillare di 60-65 mm, osservano un oggetto: sulle rispettive retine si formano due immagini leggermente diverse (in quanto cambia il punto di vista) che vengono elaborate dal cervello in modo da esser percepite come un'unica immagine tridimensionale: il cervello umano produce una sintesi delle due immagini.

Un sistema di lenti, specchi e prismi viene usato per riflettere le fotografie stereoscopiche sulla tavola da disegno in modo da essere riprodotte im maniera precisa, correggendo anche le distorzioni attraverso il correttore di distorzione, basato anch'esso sull'ottica, che ingrandisce o diminuisce l'angolo focale.

 

Risorse accessibili:

 Bibliografia in rete:

Bibliografia:
  • Moto di Roto Traslazione, Fisica I, Capitolo 7, Paragrafo 7.8, Mazzoldi, Nigro, Voci
  • Ottica Geometrica, Elementi di Fisica, Volumen 2, Capitolo 12, Mazzoldi, Nigro, Voci


Step #04 - La scienza

Lo Stereosimplex in quanto stereocartografo è impegnato nel rilievo fotogratico a partire dall'osservazione di fotogrammi realizzati con la tecnica della fotogrammetria: "quella tecnica che consente di definire la posizione, la forma e le dimensini degli oggetti sul terreno, utilizzando le informazioni contenute in opportune immagini fotografiche degli stessi oggetti, riprese da punti diversi", Cannarozzo, Cucchiarini, Meschieri in Misure, Rilievo, Progetto, 5 edizione, Zanichelli

 

Bibliografia in rete:

Step #03 - Un glossario

Breve descrizione anatomica di uno Stereosimplex Santoni modello II C, nelle sue parti più importanti:

  •  Unità centrale, comprende un comparatore ottico a proiezione meccanica attraverso il quale è possibile osservare in stereoscopia i fotogrammi, ossia in tre dimensioni


  •  Apparato di collimazione,che attraverso carrelli a scorrimento consente di spostare le marche di riferimento sui fotogrammi stereometrici nelle tre direzioni possibili: lungo l'asse x, lungo l'asse y, lungo l'asse z

 

  • Pantografo, strumento indispensabile per il rilievo che permette di riprodurre disegni in scala diversa, sia rimpiccioliti che ingranditi, a partire da un disegno o da una sagoma

      

 

Risorse accessibili: 

Step #02 - L'immagine

In fotografia, dal sito web dell'University of Twente, Founding of OEEPE (Organisation Europeenne d'Etudes Photogrammetriques Expérimentales), un operatore al controllo di un esemplare di Stereosimplex G6.

In fotografia, dall'Ufficio Fotografico Montecatini Regione Lombardia, un operatore impegnato nel controllo di un esemplare di Sterecartografo Santoni.

 

Risorse Accessibili

Step #01 - Il nome

" Si tratta di un restitutore ideato e progettato da Santoni per determinate esigenze quali la facilità di trasporto e la rapidità di messa in opera per la restituzione di fotogrammi terrestri ed aerei a scale a grande denominatore (da 25.000 a 100.000).

E’ composto da un’ossatura principale in tubi di acciaio e da tre gambe rientranti. L’ossatura poggia direttamente sul piano della carta. I fotogrammi sono illuminati con due illuminatori comandati da reostati. Due semplici prismi costituiscono gli oculari ", Museo degli Strumenti dell'Istituto Geografico Militare

Stereosimplex è il nome commerciale utilizzato per identificare uno specifico stereocartografo ideato e progettato da Santoni nel corso della sua carriera: esso non ha traduzioni specifiche in altre lingue.

Salendo nella gerarchia tassonomica dello strumento, incontriamo lo stereocartografo dotato però di alcune traduzioni menzionabili:

  •  Stereocartograph e Stereoplotter, in lingua inglese
  •  Stéréocartographe, in lingua francese
  •  Estereocartografo, in spagnolo
  • Stereokartograph, in lingua tedesca
  •  立体绘图仪, in lingua cinese (立体[lìtì]-tridimensionale 绘图[huitu]-disegno 仪[yì]-strumento)